I SANTUARI DELLE CINQUE TERRE

Le Cinque Terre sono un luogo di incanto, dove i paesaggi si susseguono, uno diverso all’altro, e il mare, nascosto da fronde di macchia mediterranea, appare allo sguardo del viaggiatore all’improvviso, visione estatica che dona felicità e voglia di perdersi in quest’ immensi orizzonti.
Eppure, in queste terre sempre ricordate per le loro bellezze naturali, vi è una parte meno conosciuta ma che merita di essere raccontata.
Questo racconto parte dalla prima terra: Riomaggiore. Arrivati col treno dopo una breve corsa da La Spezia subito ci si incammina verso la collina. La strada è facile da trovare e in estate, nonostante l’improvvisa salita, risulta una piacevole diversione dai percorsi degli amanti del salmastro, che si affollano per raggiungere il sogno di una giornata fra un bagno e il calore del sole.
La via è impegnativa, ma dopo 200 metri comincia a diventare un semplice sentiero, e piano piano le case si perdono fra terrazze coltivate a vitigno, dove piccole capinere si nascondono lasciando solo una lieve traccia sonora che accompagna il viaggiatore nella sua fatica.
Ci si inerpica, si sbuffa e si suda, soprattutto d’estate, ma le soste per riprendere fiato sono i momenti in cui ci si incanta a guardare lo straordinario paesaggio.
La cima non è lontana, ancora pochi metri tra sole e bellezza.

Edificato nel XII secolo in un lirico  stile romanico si presenta ancora con i suoi antichi conci di pietra locale, e un portale ad arco ogivale in arenaria e bifora gotica.
Ma non mancano le sorprese che vanno oltre le bellezze paesaggistiche e storiche. Nel medievale Santuario di Nostra Signora di Reggio, la cui chiesa è documentata per la prima volta nel 1248, e che appare misterioso anche perché solitario e immerso nel fitto bosco che sovrasta l’incantevole Vernazza, si trova un monumentale cipresso alto 22 metri con circonferenza di 4,90 m. Nessuno dovrebbe mancare l’abbraccio ad un tale albero che probabilmente era già li quando nacque Dante, e condivise la sua crescita con quella della lingua italiana, immobile e silenzioso testimone di eventi prodigiosi e del passaggio di persone straordinarie.
Il sentiero poi termina a Soviore, piccola frazione di Monterosso, che ospita anche un ristorante con camere per il meritato riposo dopo la lunga camminata. Anche qui la storia ha lasciato il suo profondo segno. E dove i gli abitanti si rifugiavano per trovare riparo dalle incursioni dei Longobardi, sorge l’ultimo dei Santuari. La cui chiesa fu edificata a partire dal 1244 , mantenendo in tutti questi anni il ruolo di guida per la diocesi di tutto il territorio.Queste le Cinque Terre. Abbracciano tutti, i frettolosi turisti o chi, animato da un’insaziabile curiosità, si spinge fino ai luoghi più impervi. Ed è per questo che non finiscono mai di sorprendere, e al vero viaggiatore si consegnano felici di farsi scoprire.