Mary Shelley e il mare

Diciamocelo. Sappiatelo.

Il nostro golfo "non sembra di questa terra"!

Sono parole di chi non è nato in questi luoghi, in questo posto che "invitava la mente a meditare su strani pensieri […] sollevandola dalla quotidianità”,  inducendola “a familiarizzare con l’irreale”.

Sono parole di Mary Shelley, che visse a Villa Magni, a San Terenzo.
 

Certo, gli Shelley si sentivano poco attirati dalla gente del luogo, che consideravano rozza e ignorante e che parlava un "dialetto detestabile", ma ciò non impediva loro di restare senza fiato davanti alla suggestiva bellezza della natura.

Una bellezza micidiale.

Tanto che, nell'estate del 1822, l'8 luglio, il marito di lei, Percy Shelley, morirà in mare, durante una traversata della baia, annegato per una tempesta improvvisa mentre a bordo della sua nuova goletta, l'"Ariel", navigava proprio verso San Terenzo.

Il suo cadavere venne bruciato sulla spiaggia di Viareggio perché nessun corpo che arrivasse dal mare poteva essere seppellito in Italia, per evitare il contagio della peste.

Il mare che tanto Shelley aveva amato trovò allora il modo di tenerlo per sempre avvinto a sé.

Chissà.

Chissà se Shelley l'ha pensato.

"...E naufragar m'è dolce in questo mare."

di Gemma Giancarè