Così, nelle parole di Vincenzo Cardarelli, è dipinto il sole della Liguria: una serpe.
In realtà, chi visita le Cinque Terre si accorgerà che è l'ingrediente segreto di molti colori, di molti scorci.
Ma il poeta non sbagliava completamente nel definirlo subdolo e dannoso, anche se, a onor del vero, bisogna riconoscere che la causa del deterioramento dei muretti a secco non può essere attribuita solo al sole, dal momento che gli altri agenti atmosferici fanno la loro parte.
Il sistema di terrazzamenti, così tipico della nostra terra, risale addirittura all'anno Mille e fu, in quel contesto storico, un segno di rinnovamento. Poiché le ripide coste non permettevano ai contadini di coltivare agevolmente, furono proprio loro a crearsi spazi pianeggianti, affacciati al mare (e al sole!), dove poter crescere le colture.
Fu un'opera monumentale, che permise loro di sfruttare la verticalità dei pendii, costituendo piccoli appezzamenti, ognuno sostenuto da un muretto a secco: un muretto, cioè, realizzato tramite l'incastro perfettamente solido e stabile di pietre, principalmente arenaria - spezzata solo se reperita in massi troppo grandi.
Ottenuta questa base, si andava a formare la "piana" (per i nostri vecchi, in dialetto, "ciàn"), trasferendo la poca terra rimossa al di sopra, a ricoprire un primo strato di vegetazione, interrato per arricchire il terreno.